IL BOXER BIANCO

 

Come molti sapranno, questa varietà non è riconosciuta dallo standard di razza. Il colore bianco, se eccedente un terzo del mantello, è, infatti, fuori standard. Anche per questo i cuccioli di tale colore sono sempre stati considerati le pecore "nere" della famiglia e, in moltissimi casi, soppressi subito dopo la nascita.

Vogliamo precisare che bianco non è sinonimo di albino. Infatti i bianchi hanno il tartufo e gli occhi scuri; spesso presentano macchie colorate (fulve o tigrate) variamente distribuite. Gli albini hanno, invece, mucose depigmentate e occhi rossi o al massimo azzurri. Solo ai casi, per fortuna rari, di albinismo sono riconducibili problemi di salute, quali la sordità. Al contrario, nessun problema più grave o diverso rispetto ai boxer colorati è mai stato riscontrato tra i bianchi. I boxer bianchi si differenziano dai fratelli fulvi o tigrati esclusivamente per il colore del mantello, mentre morfologicamente e caratterialmente sono identici.

Perché allora sono stati esclusi dallo standard di razza? Per rispondere a questa domanda bisogna conoscere la storia del boxer.

Molto brevemente, il boxer è stato creato alla fine del 1800 da un gruppo di militari tedeschi che volevano creare una razza canina da impiegare in guerra. Tale razza doveva presentare un corpo agile e potente con un carattere forte ed equilibrato. Incrociarono quindi il Bullenbeisser (mastino tedesco) con il Bulldog Inglese. Ed è proprio da quest'ultimo antenato che deriva la colorazione bianca del mantello: Flocki, il primo boxer iscritto nel libro genealogico nel 1895, era infatti figlio di un bulldog bianco ed una sorella di Flocki era bianca!!! Dagli accoppiamenti di questi cani sono nati i capostipiti della razza e molti erano boxer bianchi (una su tutti Meta v.d. Passage).

Meta v.d. Passage
Boxer Club Munich (1896)

 

La prima esclusione della colorazione bianca dallo standard risale al 1925; poi, dopo varie pressioni, fu riammessa nel 1934. Nel 1941, in piena seconda guerra mondiale, in cui i boxer furono impiegati al fianco delle truppe tedesche, fu nuovamente introdotto il divieto di allevare boxer bianchi in quanto questo mantello risultava troppo visibile.

Tale divieto è poi rimasto negli anni; solamente agli inizi del 2000, con l'avvento delle prime regolamentazioni sul benessere animale e una maggiore sensibilità dell'opinione pubblica per la tutela dei diritti degli amici a quattro zampe, si è tornati a discutere dei boxer bianchi! Nel 2005, l'E.N.C.I. (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) ha accolto le normative della F.C.I. (Federazione Cinofila Internazionale) in materia di certificati genealogici, che prevedono "il rilascio di certificati genealogici a soggetti nati da genitori iscritti al Libro Genealogico, che presentano un mantello non previsto dallo standard di razza"…quindi anche ai boxer bianchi! La normativa prevede, tuttavia, delle limitazioni:

- sul pedigree compare la dicitura "soggetto non ammesso alla riproduzione" (in sostanza il pedigree non viene trasmesso per il momento alla progenie);

- non ammissione a esposizioni di bellezza;

- ammissione solo a gare di lavoro.

Nel nostro allevamento curiamo i neonati bianchi esattamente con lo stesso amore che dedichiamo ai loro fratelli e richiediamo anche per loro il pedigree.